Diario di viaggio in Senegal, gennaio 2015

Nuova missione di cooperazione internazionale in Senegal.
Oltre a questo resoconto, sulla nostra pagina Facebook (clicca qui), anche un ampio reportage foto-video.

Primo giorno: arrivo a Ziguinchor (Senegal)

Dopo il blocco dell’epidemia di Ebola siamo finalmente potuti tornare in Senegal per una nuova missione di cooperazione internazionale. Certo il momento storico internazionale non è dei migliori.. e il clima generale non è “normale”: sia nel piccolo aeroporto fiorentino, da cui ieri siamo partiti, sia nel grande aeroporto parigino dove abbiamo fatto scalo. Difficile dire se fa più impressione l’Ebola (comunque lontana) o l’esistenza (che si “sente” dappertutto) dell’Isis. Arrivare a Parigi pochi giorni dopo il 13 novembre e nel giorno in cui il Dipartimento di Stato USA lancia un messaggio di allarme attentato su tutti i voli del mondo, i turchi abbattono l’aereo russo..insomma succede come per il cane di Pavlov e si rimpiangono i piedi per terra… e non nel senso figurato. E Dakar, in fondo, è lontana… Comunque si va. Il lavoro da fare non è poco, è interessante ed è giusto farlo. Ci sono molti progetti in corso su cui vi terremo aggiornati, i più importanti sono due, il primo è legato alla sanità e alla ristrutturazione creazione di laboratori e presidi medici finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia; l’altro è legato al civismo e all’intercultura nelle scuole e tra le scuole stesse pistoiesi e senegalesi finanziato dalla Fondazione Marchi di Firenze..

Il volo da Parigi a Dakar di questi tempi è un viaggio nella cronaca, guardandosi intorno si nota che non ci sono arabi, l’aereo è occupato per il 90% da africani, crediamo, senegalesi. Il mondo è veramente piccolo: molti parlano correttamente l’italiano, qualcuno viene da Firenze. Ci sembra di aver capito che quasi nessuno va in Casamance, dove andiamo noi. Un viaggio lunghissimo. A Dakar abbiamo 31 gradi ..in Francia ne abbiamo trovati 0! Anche questo è l’Africa. E con ben altre differenze… Quelle differenze che saltano subito agli occhi appena, finalmente, si mette piede in terra senegalese. Dormiamo qualche ora..questa mattina siamo stati vegliati dalla prima preghiera del muezin. Fa una certa impressione pensare a quell’ “Allah achbar” di cui tanto sentiamo parlare in queste settimane in Italia per i fatti terroristici. Qui invece “Nel nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso” con cui inizia ciascuna delle 114 Sure del Corano i fedeli pregano e evocano le parole così come furono insegnate dall’Arcangelo Gabriele al Profeta Maometto. E ci viene subito in mente un pensiero semplice..in fondo entrambi ritrovano le loro origini in Abramo e pensiamo che tutti i fondamentalismi e gli integralismi sono disumani. Qualche minuto dopo ripartiamo e riprendiamo il terzo aereo nell’arco di 20 ore. La stanchezza non si sente, ma il caldo si! Andiamo a Ziguinchor dove ci aspettano Nicolas e il Direttore della Scuola di Tilene, Benoit Tendeng.

Se volete continuare a seguirci domani vi racconteremo un altro pezzo di questa nostra amata Africa…buonanotte

Un’altra intensa giornata si è conclusa. Vi lasciamo con il racconto della giornata..Questa mattina siamo partiti alla volta di Soutou. Qui abbiamo fatto un’ esperienza complessa. Fra posti di blocco, numerosissimi, con soldati armati fino ai denti attraverso il lungo percorso, perché la zona è rivendicata da ribelli indipendentisti, siamo arrivati a Soutou per la visita dell’ambulatorio realizzato dalla nostra associazione. Arrivarci non è stato semplice, tra piste polverose e piene di buche; con grande soddisfazione lo abbiamo trovato pulito, efficiente, ospitale, ben gestito,da personaggi eroici in mezzo al nulla. Alcune foto per raccontarvi anche con le immagini l’ambulatorio. Qui, Suor Madeleine, si prende cura delle donne, molte vengono addirittura dal vicino Gambia, arrivano a piedi o con mezzi a traino animale. A Soutou c’è un prete cattolico che si fa fotografare volentieri davanti alla moschea con l’Iman e un fervente musulmano che si mette in posa volentieri davanti ad una chiesa “crociata”. Qui la convivenza religiosa è una bella realtà, una lezione di civiltà… ringraziamo la nostra Associazione che ci permette di viverla e di raccontarla a voi.

Poi è stata la volta di Tilene. E la sorpresa non è poca, nel bene e nel male: 501ragazzi dei primi 10 anni di scuole primarie (in Senegal vige il modello francese: 6 anni di elementari e 4 di medie) con classi fino a 83 ragazzi e un unico insegnante. Questi ragazzi fanno fino a 3/5 Km la mattina per arrivare a scuola; ne fanno altri 3/5 dopo le 13.00 per tornare a casa a pranzo; alle 15.00 ripartono per la ripresa delle lezioni alle 15,30 e ripetono la storia alle 17.00 quando le lezioni finiscono. Vi mandiamo alcune foto: dal percorso per entrare a scuola; alle classi e agli insegnanti; dal contesto della struttura alle differenze dei costumi. Il nostro Progetto “Civismo e Intercultura: Pistoia-Wandije andata&ritorno” è importante davvero, non solo per le nostre scuole pistoiesi aderenti al progetto. I ragazzi senegalesi hanno già iniziato a scrivere le lettere, i pensieri e i disegni che porteremo agli alunni pistoiesi; poi a gennaio porteremo a loro le lettere dei nostri studenti pistoiesi. Questo ci riempie di grande soddisfazione! Le foto che vi allego sono molto significative per noi, molto più di ogni considerazione.

Quindi andiamo a Brin… con i suoi 35 gradi…Ci sentiamo domani, buonanotte

Questa mattina siamo stati a Brin. Il Centro Sociale di Brin, da noi realizzato qualche anno fa, è diventato un importante centro di aggregazione dove si svolgono manifestazioni che vedono la partecipazione di migliaia di persone, come ci ha raccontato Nicolas. È nata una nuova sala ed è stata predisposta una biblioteca grazie alla donazione di 7.000 volumi da parte di una signora francese che si è trasferita qui vicino, sono terminati anche i lavori per la realizzazione del bar ed è stato rifatto l’ingresso. Sul lato opposto della strada c’è l’ambulatorio e il nuovo laboratorio di analisi, in fase di completamento. Queste strutture, che abbiamo previsto nel progetto Sanità, sono portate avanti in loco grazie alla collaborazione con il Dott. Michel Mendy e finanziato in parte con il contributo della Fondazione Caript, oltre ovviamente alle raccolte fondi portate avanti dall’associazione insieme a moltissimi di voi. A breve saranno messi in funzione alcuni strumenti sanitari essenziali x la Maternità (ecografo, elettrocardiografo, ecc.). Ecco alcune immagini…

La giornata è proseguita in modo molto ma molto movimentato, direzione Coubalan.

Si è rotta la macchina di Michel con noi sopra, in mezzo alla foresta è stata un’impresa arrivare a destinazione. Si è rotto anche il cavo con cui avremmo dovuto trainare la macchina…Ma alla fine siamo arrivati a Coubalan.

Coubalan è un luogo, per noi occidentali, quasi inarrivabile, in mezzo alla foresta, ma è sorprendente! È un’area “densamente’ (non nel senso comune nostro) abitata da diverse migliaia di persone. Qui c’è un vecchio e abbandonato Poste de Sante’, cioè un piccolo ospedale. La ristrutturazione di questo presidio sanitario è inserita nel nostro Progetto Sanità finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, è una priorità. Per la popolazione locale, numerosa e senza nessun ospedale, sarebbe davvero un’opera di vitale importanza. Tra l’altro mentre stavamo visitando la struttura fatiscente abbiamo fatto un incontro ravvicinato con un’iguana di quasi due metri. Non è feroce, dicono, ma si difende attaccandosi al corpo con le grosse unghie presenti nelle 4 zampe e non si stacca facilmente, ci hanno detto di star tranquilli, ma insomma…

Coubalan è anche il luogo dove sta nascendo un importante polo dell’Università Cattolica dell’Africa Occidentale francofona: 64 aule, anfiteatro, aula magna, laboratori, servizi, parcheggi..83 ettari occupati!!! In piena foresta! Ma è una bella sorpresa vedere investimenti nel settore dell’istruzione. Questa è davvero una bella notizia. A domani per nuovi aggiornamenti…

Nuova incredibile giornata..destinazione Ndgane.

Prima tappa Dakar. Qui abbiamo vissuto un piccolo grande evento. Patrizio ha conosciuto Maguette, la bambina adottata tramite l’associazione. È stato davvero molto emozionante ed un momento tanto semplice quanto autentico e bellissimo. Che gioia!

Siamo poi ripartiti per Ndgane, dopo ore di fila e un nuovo imprevisto: la rottura della seconda macchina, stavolta era quella a noleggio di Afrane che ci sta accompagnando. Come spesso accade qui, eravamo in mezzo al nulla… La cosa è un pò “complicata ” dalla “fede” di Afrane perché, dice lui, comunque: Insciallah. Il che è molto consolante ma forse con l’aiuto di un meccanicien si potrebbe dare un aiutino. E così è stato. Ci siamo tutti rimessi al volere di Allah, seriamente, e siamo stati aiutati a trovare un meccanico che è venuto su di in motorino: due chiavi e un cacciavite e, dopo un’ora con la temperatura nel frattempo salita a 40. Reali, siamo riusciti a ripartire per Ndangane. Con molti sussulti meccanici siamo arrivati all’albergo: posto splendido ma con tante capanne e niente meccanici. Vedremo come fare lunedì per il rientro a Dakar e, quindi, a casa.

Intanto ci fermiamo (è quasi buio) e domani ci attende un’altra intensa giornata. Domani, in canoa (unica possibilità per arrivare), andremo a Mar Lothie e Wandjiè.

P.S. Stasera Afrane ci ha informati che questa è una delle zone più ricche di serpenti del Senegal…speriamo sia una buonanotte.

Serata splendida quella di ieri.

Dopo una giornata “complicata” fra aerei traballanti, auto rotte e appuntamenti andati buca, abbiamo avuto una sorpresa. Stavamo iniziando a cenare in pace sotto una splendida luna africana quando si sono presentati due signori che non conoscevamo, ma che ci hanno riconosciuto subito (anche perché di bianchi in zona di capanne nere, di questi tempi, ce ne sono pochi). Erano il Dott. Mama Moussa Diaw Medecin-chef District Sanitaire de Diofor ed il suo assistente che venivano più o meno dallo stesso luogo da dove venivamo noi, la Casamance. Solamente: senza aereo e quindi attraverso un altro Stato, il Gambia. Che vuol dire 12 ore di auto, fra cui alcune di pista (chi non ha provato non può capire), due confini da passare (senza Schengen!!) ed un traghetto.

Due ragazzi di poco più di trenta anni che erano lì per parlare con due illustri sconosciuti che venivano da un altra parte di mondo. Secondo me abbiamo capito più stasera rispetto a come fare efficienza solidale, che in 20 corsi di formazione e 10 viaggi precedenti in Africa… Perché se un medico (che in Senegal non è come in Italia..è molto di più) invece di starsene in ambulatorio ad aspettare i clienti va, in piroga di notte, a far nascere bambini o ad insegnare tecniche di contraccezione nel villaggio dove si violentato spesso giovani donne, o contesta il sotto prefetto o il consigliere regionale che parlano di Sanità ad uso e consumo della propria carriera senza sapere nulla… merita, intanto di essere ascoltato, quindi di essere aiutato, magari anche per imparare qualcosa.

Soprattutto se oltre che fare queste azioni, al limite dell’eroismo, è in grado di darti informazioni e spiegazioni scientifiche sul perché in queste zone della foresta esiste una forte incidenza di ictus, di tumore al fegato e che il tasso di mortalità infantile è al 2%. E di chiederti quali medicine inviare e quali non servono. Quindi la “nostra” maternità è veramente in buone mani. Ci passeremo presto. Vedremo come fare perché ci sono dei danni da riparare. Il vento e la stagione delle piogge si sono portati via un pezzo di tetto… Anche se noi, ovviamente, non disponiamo di risorse infinite…

Ultimo giorno. Al nostro orologio sono le 5,19 quando il muezin ci ricorda di Allah achbar… un pò prestino… Ma avendo fin qui sentito questa invocazione in bocca a gente che taglia le gole e si fa saltare per aria… qui il clima, a parte l’ora, è assolutamente pacifico e tranquillo. La gente prega. Il luogo, qui intorno, è surreale: cambia completamente lo scenario. La foresta e la terra rossa, asciutta e polverosa, cedono totalmente ad un ambiente fatto di acqua e mangrovie, mangrovie ed acqua… a perdita d’occhio. Un luogo, sostanzialmente, incantato. Non so come i primi volontari dell’Associazione sono arrivati fin qui e perché. Ma questo è veramente un luogo particolare.

E comunque, si va a Wandjiè…

Non abbiamo commenti da fare…

In realtà non ci riesce facile commentare questa esperienza. Preferiamo far parlare le immagini che crediamo siano più eloquenti di qualunque commento, inevitabilmente limitato…

Ma quante riflessioni impongono queste immagini! Vogliamo sicuramente ringraziare chi ci permette di continuare questa importante opera di cooperazione, sicuramente voi che ci continuate a sostenere e sicuramente due importanti Fondazioni che ci stanno aiutando a realizzare progetti importanti: Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia Pescia, Fondazione Marchi di Firenze.

E dopo quasi un’ora di piroga fra acqua e mangrovie, mangrovie ed acqua, si arriva a Mar Lothie…

Ci abbiamo messo 26 ore per tornare a casa. Dopo aver viaggiato, per poco meno di dieci giorni, su sei aerei, due traghetti, quattro o cinque auto, quattro canoe (due a remi e due a motore) un carretto “a traino animale” e… molte gambe.

Con un pò di rimpianti e non poca nostalgia, si torna volentieri anche a casa. Anche perché vivere in mezzo ai problemi drammatici con cui abbiamo vissuto non è piacevole, per quanto mossi da spirito solidale. Ora dovremo riflettere sulle esperienze fatte, le prospettive che abbiamo di fronte, le scelte da fare che, per quanto non certamente in grado di cambiare il mondo, possono cambiare un pò in meglio la vita di un pò di gente. E per questo, e non ci pare poco, vale la pena di continuare.”

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