Di seguito il diario di viaggio della nostra ultima visita in terra senegalese.
Sulla pagina facebook (clicca qui), una ampia rassegna di foto e video su questi intensi giorni.
Siamo partiti per il Senegal come da programma. Questa volta solo una piccola rappresentanza, Piergiorgio e Mario; un altro gruppo andrà in primavera prossima. Partenza lunedì 8 gennaio: in auto fino a Bologna dove ci imbarchiamo alle 8.00, quindi arrivo a Tunisi alle 12.20, cinque ore di attesa per l’aereo per Dakar e infine si atterra all’aeroporto della capitale senegalese. Eravamo abituati alla vecchia aerostazione Leopold Senghor e ci siamo trovati in un ambiente ultramoderno, quasi fantascientifico: il nuovo Diagne Blaise! Ci salta subito all’occhio la contraddizione fra ambienti come questo e le povere abitazioni dei villaggi dove siamo diretti, spesso senza luce elettrica e acqua corrente. Ma è anche questo un segno che il Paese si evolve, non possiamo che sperare e continuare a contribuire nel nostro piccolo.
Qualche contrattempo ci ha tenuti con il fiato sospeso: arriviamo al controllo passaporti e Mario non trova il suo documento così torna sull’aereo per cercarlo, chiamiamo Arfang (il nostro amico e la nostra guida senegalese), che però è fuori dall’aeroporto e non ci può dare nessun aiuto in questo caso… Finalmente il passaporto salta fuori. Indovinate dov’era? Nello zainetto. Grande sollievo… peccato sia durato poco! Ci accorgiamo subito che manca una valigia. Purtroppo proprio quella piena di materiale da distribuire alla Scuola di Mar Lothie. Ce la faranno arrivare speriamo…vedremo! Comunque andiamo a riposare un po’ in un piccolo hotel in città (sono già le una di notte) e domattina alle 5 sveglia e ripartenza per Ziguinchor. L’unica cosa che vorremmo è una rilassante doccia calda, ma l’acqua è… assai fredda! Buonanotte, a domani.
2° GIORNO
Dakar 9 gennaio.
Ci svegliamo presto. Ore 5,30 partenza per il nuovissimo aeroporto Diagne Blaise.
Iniziamo la ricerca della valigia ma per ora non si trova…
Prendiamo l’aereo per Ziguinchor: questa volta sembra migliore dei vecchi aeroplanini da 8 posti.
Fa sempre un buon effetto ritrovare i vecchi amici, in particolare Nicolas, che dopo averci fatto ben sistemare al solito Kadiandoumagne, ci accompagna alla prima tappa della nostra missione senegalese: la scuola di Tilene. Guardate il video!
Qui il primo incontro con i responsabili, per fare il punto della situazione e, soprattutto, per verificare la fattibilità della realizzazione dell’aula multimediale da loro richiesta e da noi finanziata, grazie anche ad un importante contributo in co-finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia. Il Direttore si attiverà per trovare tecnici, che esistono in loco, per scegliere in città la dotazione tecnica, hardware e software, di quello che a loro serve. Questo facilita il nostro compito. Ai frequentatori dell’aula verrà chiesta una piccola quota che servirà a “mantenere” il funzionamento del sistema. Ci faranno conoscere quanto prima i preventivi, intanto, abbiamo lasciato un primo anticipo grazie ad un donatore italiano che ha voluto contribuire a questo progetto. Nel pomeriggio visita a Nyassia dove abbiamo lasciato indumenti e materiale scolastico donato dai genitori dei bambini della scuola materna di Sant’Angiolo. Abbiamo visitato la nostra scuola media di St. Louis con 110 ragazzi dove, anche qui, il Direttore ci ha spiegato la difficoltà a provvedere anche al cibo quotidiano. L’impegno è molto serio da parte di tutti, abbiamo lasciato a loro alcune migliaia di euro per le necessità più urgenti insieme ad un po’ di materiale scolastico.
Domani andiamo a Oussouie. Buonanotte
3° GIORNO
Ziguinchor, 10 gennaio.
Giorno triste. Giorno di forte preoccupazione. Partiamo per l’orfanotrofio di Oussouye.
Tutti gli orfanotrofi sono espressione di tristezza e solitudine. Ma qui in Africa la situazione è poco immaginabile. Per noi europei che siamo normalmente presi da commozione profonda nel partecipare, anche per poco tempo, alla vita di queste strutture che ospitano bimbi abbandonati, qui in Africa si sfiora la disperazione. Soprattutto nel comprendere che quasi tutti i bimbi ospiti dell’orfanotrofio sono conseguenze di abusi e violenze, anche feroci e quasi tutte all’interno delle famiglie.
A Oussouye ci sono quattro suore, 14 bimbi più grandicelli e 9 bimbi piccoli e piccolissimi. A Cabrousse ce ne sono 26, di età fra 6 e 14 anni.
Dicevamo giorno triste e carico di preoccupazione.
La preoccupazione deriva dal fatto che non potremo visitare due delle nostre prime realizzazioni, l’Ambulatorio/Maternità di Soutou e di Affiniam. In queste zone, infatti, sembra ripresa la guerriglia portata avanti da gruppi secessionisti. E’una vecchia storia iniziata decenni fa, che sembrava conclusa, ma che invece ha prodotto ben tredici morti 3 giorni fa.
Abbiamo quindi seguito i consigli dei nostri amici senegalesi, nonché del Comunicato della nostra Farnesina, pubblicato proprio oggi, sotto il titolo AREE DI PARTICOLARE CAUTELA, dove si afferma “(…) Nella regione meridionale della Casamance, compresa fra Gambia e Guinea Bissau, si trascinano gli effetti di un trentennale conflitto di matrice indipendentista. Saltuariamente si verificano scontri armati tra forze di sicurezza senegalesi e ribelli. In caso di viaggi nella regione si raccomanda pertanto di mantenere elevato il livello di attenzione. A seguito dell’uccisione di 13 cittadini senegalesi da parte di una banda armata lo scorso 6 gennaio 2018 è fortemente sconsigliato recarsi nella regione a sud di Ziguinchor e, in particolare, percorrere la Route Nationale 4 che conduce alla frontiera bissau-guineana”… proprio la nostra strada…
4° GIORNO
Centro sociale e ambulatorio di Brin, nell’estrema periferia di Ziguinchor.
Il Centro sta funzionando benissimo, è utile e molto utilizzato dal territorio. E’ un ottimo punto di aggregazione sociale per gli innumerevoli villaggi della zona. La biblioteca, seppur non frequentatissima, funziona. I lavori di completamento non sono ancora finiti, ma abbiamo avuto la conferma, da parte del capo villaggio, che la proprietà del terreno e del centro appartiene all’associazione dei giovani di Brin. E anche questa è una cosa buona. Tra l’altro, l’accoglienza a noi riservata da questi giovani, è stata commovente, siamo con Michel e Nicolas. Abbiamo visto come la migliore strumentazione medica della zona è qui, al nostro ambulatorio. Ogni mese vengono fatte verifiche fra medico e infermiera e l’organizzazione sembra funzionare bene. Anche qui, come in tutto il Senegal, si assiste ad una flessione nelle nascite. Brin è importante perché, attraverso la strumentazione esistente, è possibile fare analisi propedeutiche ad approfondimenti ulteriori in città. Per questo Michel, il medico, ha avuto un’auto a disposizione. Per ogni villaggio ci sono due persone, formate a Brin, che fanno da tramite fra lo stesso villaggio ed il “Poste de santè” (Presidio sanitario) di Brin. Vengono qui anche a frequentare corsi di prevenzione medica, nonché per aumentare e migliorare la loro formazione: si impara a fare iniezioni, misurare la pressione sanguigna ecc. A tutti loro viene dato un piccolo rimborso per il viaggio. In queste zone, questi soggetti, diventano importanti punti di riferimento sanitari nel proprio villaggio. L’infermiera, infine, porta una volta al mese, in ogni villaggio le strumentazioni per le analisi.
Purtroppo occorreranno lavori di ristrutturazione e di completamento del centro sociale e dell’ambulatorio che, in alcune zone, è abbastanza malmesso.
A questo punto vediamo se possibile anticipare il rientro su Dakar per passare una notte a Ndangane….ma al momento non riusciamo a comunicare con la compagnia aerea Transair.
5° GIORNO
Si riparte.
Dal piccolo aeroporto di Ziguinchor con l’ “aeroplanino” della Transair, che finalmente ha risposto al telefono al nostro collaboratore Arfang, abbiamo trovato tre posti per Dakar per arrivare al nuovo aeroporto Diagne Blaise. Mezz’ora o poco più di volo. Qui, con grande e gioiosa sorpresa abbiamo recuperato la famosa valigia che ci avevano smarrito, con dentro il materiale scolastico per la Scuola di Mar Lothie, dove però non possiamo più andare, lasceremo il materiale al nostro collaboratore.
Intanto un’altra buona cosa: abbiamo incontrato il Presidente della Cooperativa di lavoro agricolo Louguene, che, insieme ad una quindicina di famiglie, sta impiantando un’azienda agricola produttrice di ortaggi e arachidi. Questi prodotti, col clima di questa zona, consentono una produzione due e/o più volte all’anno. Abbiamo sottoscritto con la cooperativa un contratto dove l’associazione “Una scuola e un pozzo in Africa” finanzia parte del capitale iniziale con la contropartita di rimborso a tassi zero e con rateizzazione lunga. Una forma tipica di microcredito. Per noi questo rappresenta una nuova esperienza di cooperazione, nella convinzione che il problema del lavoro qui sia importante tanto quanto gli altri impegni che l’associazione porta avanti. Quindi, con auto noleggiata, verso Ndangane via Mbour. Certamente, considerando che alle 19.00 dobbiamo essere di nuovo all’aeroporto, non potremo fare molto. L’obiettivo è un incontro col Sindaco di Fimela, competente per tutta l’area dei villaggi delle isole del delta del Saloun, con cui prendere impegni con elementi di reciprocità, per alcuni villaggi dell’area, particolarmente Mar Fafaco. Fa molto caldo qui..a domani.
Siamo arrivati, con un po’ delle solite peripezie, nella regione del Fatick, quindi a Ndangane e nel villaggio di Mar Fafaco.
A Ndangane abbiamo avuto un pranzo di lavoro, decisamente importante, con il sindaco di Fimela, l’area amministrata dal sindaco comprende tutte le isole del delta del fiume Saloun dove l’associazione opera da molti anni. Abbiamo parlato dell’ambulanza che dovremmo spedire a Ndangane, a servizio di tutta la popolazione dei villaggi delle isole, dopo la messa in funzione della piroga-ambulanza donata dall’associazione e che viene già gestita con molta efficacia. Per arrivare all’ospedale più vicino partorienti e ammalati devono fare un lungo e scomodo percorso su un carretto, quindi sulla piroga e, giunti sulla terraferma, l’ambulanza. Ci siamo poi diretti al villaggio di Mar Fafaco. Qui abbiamo approfondito tutta l’importante partita del finanziamento delle cooperative, da parte dell’associazione, soprattutto femminili, per la lavorazione del pesce, molto abbondante nel delta dato che l’acqua del fiume è salata. Il modello dovrebbe essere quello in fase di sperimentazione con la cooperativa Loguene, cioè nessun finanziamento a fondo perduto, ma utilizzando il sistema del microcredito con lunghe rateizzazioni a interessi zero. Il sindaco ci ha garantito la massima collaborazione ed ha confermato davanti a tutti la volontà di fare un viaggio in Italia per conoscere meglio la nostra associazione.
ULTIMO GIORNO
Si torna a casa.
Con qualche nostalgia per i contatti, i ricordi, le persone, i luoghi, le realtà di sofferenza, di bellezza, di complessità. Torneremo ancora, ovviamente; altri torneranno: il lavoro iniziato tanto tempo fa deve continuare. La solidarietà non ha tempo e, fra l’altro, gratifica più di ogni altra cosa. Difficile dimenticare i bisogni dei bimbi dell’orfanotrofio di Oussouie e della loro assoluta povertà; le nostre piccole maternità punto di riferimento di tante donne bisognose di cure e di un luogo un po’ più sicuro dove far nascere i propri figli; impossibile non ritornare col pensiero alle nostre scuole dell’infanzia con i bambini “a lezione di tamburo” in divisa regolamentare ed in grado di mangiare almeno una volta al giorno; con il pensiero a quell’arte di arrangiarsi tipica della povera gente, per cui, in assenza di energia elettrica si issa un piccolo pannello solare su un palo per produrne quanto basta per ricaricare un cellulare o accendere una luce di notte…
E in questo contesto, quasi commuove quella cultura, più avanzata della nostra, per cui le mamme del villaggio musulmano accompagnano i bambini all’asilo delle suore cattoliche, testimonianza di quello spirito di collaborazione e tolleranza multiculturale che nell’Europa civilissima sembra venir meno.
Ora dovremo riflettere tutti insieme su come portare avanti il nostro impegno ed un punto importante potrà essere quale contributo, certamente non risolutivo, ma significativo, poter fornire in tema di costruzione di occasioni di lavoro, non rinunciando certo al tradizionale impegno dell’associazione in direzione di scuola e sanità.
Il prossimo 18 gennaio, durante l’assemblea dei soci, riprenderemo il discorso e rinnoveremo il nostro impegno.