Tante attività durante la nostra ultima visita.
Sulla nostra pagina facebook (clicca qui) anche un ampio reportage foto e video.
1° GIORNO. IL VIAGGIO.
“Pur senza lasciarsi andare a evocazioni fuori luogo, rimane difficile non pensare alla Blixen de “La mia Africa” tutte le volte che torniamo in Senegal.
Il paesaggio, il clima, la gente, le relazioni, la cultura, la flora e la fauna… tutto così diverso e tutto così particolarmente pieno di fascino che quasi dimentichi le tragedie dei popoli che incontriamo in questo continente.
Tragedie di cui non si vede la fine anche per il fatto che qualche seria stima demografica fa prevedere da un raddoppio ad una triplicazione dell’attuale popolazione dell’Africa entro il 2050… a molta parte della quale, con buona pace dei costruttori di muri di turno, non resterà che emigrare per tentare di sopravvivere.
Comunque, nonostante nessuno di noi soffra del “mal d’ Africa”, un po di nostalgia in questi luoghi (e in questo contesto) ti prende.
Atterrando nelle ormai decadenti città coloniali, si capisce che praticamente tutti i drammatici problemi di questi popoli derivano quasi completamente dalla violenza con cui le nostre nazioni “civili” hanno appunto colonizzato e spogliato di tutto quanto era prelevabile.
Dakar è sempre caotica. Perché nonostante il nuovo bellissimo aeroporto, questo è stato costruito in mezzo al nulla e occorre, quindi, passare dalla città per qualunque esigenza elementare, come mangiare e dormire.
Il programma di questi pochi giorni che staremo in Senegal è molto ambizioso: forse ci siamo posti troppi obbiettivi, ma proveremo a rispettarlo in ogni modo.
Domani il Villaggio di Mbayene, isolato nel centro-nord del Paese (dove abbiamo donato una Ambulanza e ora riportiamo un ecografo) e dove incontreremo le autorità locali per cercare di costruire una qualche pur piccola risposta concreta alle enormi esigenze della popolazione. E poi, con qualche emozione, visiteremo i nostri vecchi amici della nuova Cooperativa Agricola Loguene, dove abbiamo finanziato l’acquisto del terreno, sementi e concimi per la messa a coltura di ortaggi e arachidi e dove già lavorano alcune decine di persone.
Ma ora proviamo a riposare un po’: diciassette ore in movimento più tre per ritardi di voli si sentono. Eccome.”
SECONDO GIORNO. MBAYENE E MBORO.
Giornata molto piena anche oggi. Non solo per altre 13 ore di viaggio molto più scomode di ieri, ma perché abbiamo fatto due esperienze forti: una disperante ed una splendida… quasi a sottolineare tutte le contraddizioni dell’Africa.
Abbiamo visto in Senegal molte cose brutte: la miseria porta sempre cose brutte. Ma è difficile non farsi prendere da una qualche forma di disperazione dopo una tappa a Mbayene: una landa infuocata (42°!) senza un filo verde; dove si aspettano le piogge di giugno per seminare qualcosa da mangiare e poi, per otto/nove mesi, si aspettano le altre piogge; dove persino le poche capre e mucche che si vedono in giro sono incredibilmente scheletriche; dove una comunità di ben 36.000 persone dispersa in 63 villaggi si cura con una farmacia ed un ambulatorio che non possiamo descrivere se non con due foto. Dove l’ambulanza da noi donata ha salvato in un anno molte vite: andare a piedi o su un carretto attraverso piste polverose per arrivare al più vicino ospedale (si fa per dire) si arrivava spesso semplicemente… morti…
Dove alcuni bambini ci hanno detto che non avevano ancora visto l’uomo bianco… E dove, ci è sembrato doveroso (e anche bello) iniziare la riunione con i capi dei 63 villaggi della zona pregando insieme all’Iman: qui sono tutti musulmani.
Dovremo studiare bene questa situazione all’interno dell’Associazione perché riteniamo di poter fare cose importanti per questa gente.
Pomeriggio invece splendido a Mboro. Qui abita Sidi, un vecchio operaio della ex Radici Fil di Canapale. Senegalese rientrato in patria dopo la chiusura dell’importante azienda pistoiese. Sidi è rientrato in Senegal 2 anni fa. Ha elaborato un Progetto di costituzione di una Cooperativa Agricola di Lavoro e, dopo un nostro coinvolgimento che gli ha permesso di acquistare alcuni ettari di terreno, sementi e concime e scavare un pozzo (lo abbiamo finanziato con un prestito a lunga restituzione e senza interessi) insieme ad altre famiglie ha fatto… un miracolo. Le foto parlano più di ogni altro discorso.
Domani è un altro giorno: Ndangane.
SENEGAL, 3° GIORNO.
La ‘bimba di Patrizio”, la Deputata del Parlamento senegalese originaria di Mar Lothie, la “sage-femme” di Ndangane, il Comitato di Sanita’ e la Maternità a Ndangane.
Giornata molto impegnativa ma con solo tre ore d’auto, seppur sotto i 39°, ma fermi dopo le tre ore.
In tutta l’Africa i bambini sono veramente tanti e, come tutti i bambini, sono splendidi. Ma la “bimba di Patrizio” è per noi una storia particolare: dopo una vecchia adozione a distanza l’abbiamo vista crescere, diventare da bambina, orfana di padre e madre, una ragazzina sveglia e tutte le volte che torniamo la troviamo più brava a scuola e più bella (sempre): TANTI AUGURI MAGUETTE!
Dopo aver salutato la bimba, incontro importante con una Deputata del Parlamento. Incontro importante perché abbiamo finalmente instaurato un rapporto serio con una donna che vive a Mar Lothie, dove noi siamo di casa. Abbiamo avuto serie garanzie sulla nostra futura attività nell’ambito della sanità con il suo impegno di coinvolgimento del Ministero competente.
Quindi verso NDANGANE. Dai 18° di Dakar si passa ai 40° di Djiofor, Fatick.
Qui un altro bell’incontro nell’Ospedalino di Djiofor: abbiamo rivisto la nostra vecchia amica Jolie, prima ostetrica (sage-femme) a Ndangane e oggi responsabile della categoria in tutto il Distretto sanitario. (Non riscuote da sei mesi…). Djiofor ha circa 90.000 residenti, quasi 2.000 parti all’anno (a Pistoia, stessa popolazione, si supera di poco i 1.000). Abbiamo approfondito molte cose…
Quindi, sotto un caldo asfissiante, il Comitato di Sanità di Ndangane il “nostro” vecchio gioiello di maternità. Incontro utile. I lavori di ristrutturazione della Casa dell’Ostetrica sono praticamente terminati e la casa è finalmente di nuovo abitabile. Dovremo ora chiarire col Sindaco di Fimela competente per territorio e col Direttore Sanitario della zona, una ripartizione delle spese per la ristrutturazione dell’immobile. Ci incontriamo martedì.
Stanchi più del solito, si chiude anche questa bella giornata.
SENEGAL 4° GIORNO.
La Banca, L’Ile de Mar, Il Microcredito, Mar Lothie.
Per la prima volta nella vita dell’associazione siamo stati in banca: CSM Credit Mutuel du Senegal. Non per un’operazione di cambio valuta personale, ma per aprire 6 conti correnti per FINANZIARE 6 PROGETTI DI MICROIMPRESE E DI LAVORO in un villaggio sperduto nel delta del Saloum: Mar Fafaco. Un’altra prima volta: l’associazione finanzierà, col sistema del microcredito, alcuni gruppi di persone, soprattutto donne, che impianteranno attività di sartoria, di lavorazione del pesce, di piccolo allevamento e piccolo commercio.
Siamo andati a Mar Fafaco, prima con la “piroga-ambulanza” da noi donata al villaggio, in servizio trasporto passeggeri; poi col classico carretto siamo arrivati a destinazione. Qui grande assemblea con tutti i maggiorenti del villaggio (sotto un enorme baobab che ci ha un po’ difeso da un caldo infernale sempre con gli oltre 40°) ed abbiamo provveduto alla firma dei prima sei contratti con sei donne responsabili dei vari gruppi di produzione. (L’Iman ci ha benedetto… ma senza stringere la mano alle donne). È molto faticoso e difficile parlare di investimenti anche piccoli seppur produttori di lavoro e di reddito, in una società abbastanza “primitiva”.
Qualcuno ha fatto loro “elemosine” ma nessuno prima d’ora gli aveva fatto proposte di prestiti consistentissimi (2.000- 5.000 €. sono cifre molto importanti per questa gente) per iniziative imprenditoriali, secondo l’antica logica di “non regalare il pesce ma di insegnare a pescare”. Staremo a vedere. Ma per chi ha vissuto questa esperienza… non la dimenticherà.
Al ritorno, seppur ormai dopo un pur splendido tramonto senegalese, non potevamo non passare dalla “nostra” Scuola Materna di Mar Lothie, nonostante un’ora di carretto e un’altra di piroga. E pur rientrando nel buio pesto sul fiume Saloun sotto una incredibile luna africana, praticamente distrutti e bruciati dal sole del giorno, ci siamo ritrovati tutti molto soddisfatti.
SENEGAL 5° GIORNO.
Il Prefetto, i Sindaci, il Direttore Sanitario di Djiofor, l’imprenditore senegalese.
Forse il migliore aggettivo per definire l’incontro con il Prefetto è “suggestivo”. Cisiamo trovati davanti un giovane senegalese in tuta rossa e ciabatte, che ci ha gentilmente accolto seduto su di una panca, sotto il fresco di un albero, con due capre da una parte e due asinelli in accoppiamento, dall’altra.
Ma ci ha fatto capire molte cose che non avevamo capito per diversi anni… Discorso da approfondire nella prossima Assemblea della Associazione.
Ma questo signore sarà certamente un nostro futuro riferimento in questo Arrondissement.
Il Sindaco di Fimela ci ha dato buca. Era il 1° maggio… Ma dopo l’incontro col Prefetto era diventato un riferimento secondario. Interessante, invece, l’incontro col Sindaco di Djiofor che ci è stato utilissimo per finalmente sbloccare la nostra Ambulanza per Mar Fafaco ferma da 40 giorni al porto di Dakar: chi si lamenta della burocrazia italiana dovrebbe conoscere quella senegalese. E senza il nostro Arfang che ha trovato un giovane con stampante dopo due di corse fra piste polverose che ci ha permesso di stampare un documento indispensabile per lo sblocco dell’ambulanza, la stessa sarebbe invecchiata al porto di Dakar. D’altra parte in Comune non c’era una stampante funzionante!
L’Ospedale (si fa per dire) di Djiofor a servizio di 89.300 abitanti è un luogo adatto a tutto fuorché all’assistenza sanitaria. Il Dott. Mamaoud Ndiaye, Direttore Sanitario, giovane gentile, ci ha aiutato per espletare alcuni problemetti burocratici e poco più.
Inshallah.
L’imprenditore senegalese Malik è stato l’ultimo nostro contatto. Uno splendido ragazzo con azienda di mobili e arredi, con 60 dipendenti, in forte crescita, 14 anni di vita a Pistoia, italiano perfetto, grande disponibilità. La settimana prossima sarà a Pistoia. Ci incontreremo sicuramente e volentieri ed abbiamo già ipotizzato di fare qualcosa di buono insieme.
Chiudiamo il nostro ultimo giorno in Senegal con una corsa forsennata all’aeroporto correndo il rischio di perdere l’aereo.
SENEGAL. 6° E ULTIMO GIORNO.
Si rientra.
Col pensiero che va:
…ai ragazzi (pochi) che vanno alla scuola superiore lontano dal Villaggio, e per poterla frequentare, le ragazze vengono ospitate da famiglie vicine alla scuola dove fanno le badanti, mentre i ragazzi accudiscono gli animali nei terreni delle stesse famiglie. Prima e dopo la scuola.
… a quando lo Stato manda l’ostetrica o il maestro nel lontano Villaggio, ma questo non ha dove andare a dormire e, spesso, se ne torna via lasciando maternità e scuola.
… a quando gli enormi problemi di patologie mediche di tipo ginecologico delle donne dei villaggi che non hanno nessuna possibilità di controllo e che, per motivi culturali/religiosi non si sottopongono a visite all’infermiere maschio, con conseguenze spesso mortali. Solo per citare alcune impressioni apparentemente superficiali del nostro ultimo viaggio nel Fatick.
Se pensiamo che il Senegal è uno dei Paesi più tranquilli, pacifici e (forse) evoluti del continente e noi, nel nostro piccolo e povero (ma significativo) girovagare troviamo in ogni angolo problemi enormi e sostanzialmente insolubili… facile, anzi naturale farsi prendere dallo sconforto e dal pessimismo.
Poi noi, che non abbiamo mai pensato di cambiare il mondo, ma solo di migliorare la qualità della vita di un po’ di gente che sta male, da tutti i punti di vista, continueremo nel nostro infinitesimale ma concreto impegno di solidarietà.
Con il vostro aiuto.
Un grazie speciale alla nostra Delegazione in viaggio in Senegal composta dal Vice Presidente dell’Associazione Romiti, dalla Dott.ssa Breschi ginecologa, dall’Ostetrica Cristina e dal Tecnico progettista Patrizio.