In verità non è sempre così.

Non per tutti i luoghi dove andiamo occorre una piroga, un carretto, un guado… Però, quando non c’è il grande fiume Saloum (Fatick) dobbiamo percorrere piste polverosissime (Mbaiene, Diourbel) o strade complicate dove non si arriva mai (Kahone, Kaolack) o anche strade asfaltate come biliardi (Fatick) ma dove i residente lungo le stesse, per evitare velocità eccessive, soprattutto dei camion ultra carichi che le percorrono, spesso causa di incidenti gravi, hanno costruito di propria iniziativa dossi e ostacoli vari dove è praticamente impossibile viaggiare a più di 10/15 Km. ora.

Per non parlare delle zone dove ci sono stati (e ci sono ancora) focolai di ribellione (Casamance) dove, ogni tanto, ti trovi un tronco messo attraverso la strada, non si capisce mai se per un recente posto di blocco dell’esercito, magari rimasto lì; o se per un’opera dei ribelli per bloccare qualcosa o qualcuno… Comunque un vero e proprio pericolo serio, specialmente per viaggi notturni.

E poi il traffico davvero infernale, anche dove la viabilità è migliore.

Dal nuovo aeroporto Blaise Diagne di Dakar, ultramoderno, partono verso nord, la capitale e verso sud, autostrade a molte corsie dove si viaggia benissimo, ma percorse da un traffico commerciale che proviene non solo dall’interno del paese, ma dagli stati confinanti, Gambia, Mauritania, Mali, Guinea e Guinea Bissau, tutti in direzione del porto di Dakar, che spesso rende problematici anche questi percorsi.

Ci muoviamo attualmente con un pulmino Faton di costruzione cinese, acquistato a Dakar grazie ad una importante donazione di un nostro carissimo amico… e gestito dai nostri collaboratori senegalesi anche per i propri spostamenti per conto della Onlus.

Questo ci ha davvero migliorato la situazione perchè i vari mezzi di trasporto utilizzati finora ci hanno davvero creato molti problemi.